Conosci bene lo spagnolo, ma… non sai niente sulle sue origini? A ciò bisogna porre rimedio. Sicuramente ti suonerà almeno un po’ che deriva dal latino. Vero? Beh, è già qualcosa. Non preoccuparti, perché a Okodia siamo abituati ad avere a che fare con le lingue e ne conosciamo bene l’origine e l’evoluzione. Continua a leggere per scoprire l’affascinante origine dello spagnolo!

Da dove viene lo spagnolo?
Lo spagnolo è una lingua romanza con radici a Roma. Nasce dall’evoluzione del latino volgare, che diede origine a diverse lingue europee e mondiali. La sua storia risale al III secolo a.C., ma si affermò come lingua ufficiale della Castiglia nel XIII secolo sotto Alfonso X il Saggio.
I romani non lasciarono in eredità alla Spagna solo monumenti; il latino diede origine allo spagnolo. Di tutte le lingue romanze nate dopo la caduta dell’Impero Romano, lo spagnolo è quello che ha maggiore diffusione, essendo la lingua materna di circa 493 milioni di persone e con più di 590 milioni di parlanti e studenti, secondo l’Istituto Cervantes.
Radici dello spagnolo
Lo spagnolo ha radici profonde nella Penisola Iberica, influenzato da celti, iberi, fenici, greci, cartaginesi e, soprattutto, dalla romanizzazione, che rese il latino la lingua predominante nella Provincia Hispania. Con la caduta dell’Impero Romano, il latino volgare si evolvette in diverse regioni, dando origine alle lingue romanze, compreso lo spagnolo.
Anche la presenza musulmana in al-Andalus lasciò la sua impronta linguistica, con la nascita del mozarabo, un miscuglio di arabo e latino volgare. La Riconquista influì sulla configurazione dello spagnolo, soprattutto nel regno di Castiglia, che capeggiò l’iniziativa e assorbì elementi del mozarabo, arricchendo la lingua con arabismi.
Così, lo spagnolo è il risultato di una complessa evoluzione linguistica che fonde influenze romane, germaniche e arabe, affermandosi come una delle lingue più importanti e parlate del mondo.
Spagnolo o castigliano?
I termini “spagnolo” e “castigliano” sono usati spesso indistintamente per riferirsi alla lingua parlata in Spagna. Tuttavia, esiste un dibattito semantico su se siano esattamente la stessa cosa e ci sia qualche sottile distinzione.
In termini pratici, entrambi i termini si riferiscono alla stessa lingua, che è la lingua ufficiale della Spagna ed è parlata in molti altri Paesi nel mondo. La Real Academia Española (RAE) accetta entrambe le denominazioni come sinonimi e non fa una distinzione ufficiale tra di esse.
Il termine “spagnolo” è più ampiamente usato a livello internazionale, mentre “castigliano” viene spesso associato più specificamente al dialetto parlato nella regione di Castiglia in Spagna. Alcune persone preferiscono usare “spagnolo” per riferirsi alla lingua in genere, mentre altre preferiscono “castigliano” per ragioni di precisione storica o culturale.
Questo è il testo più antico che si conserva in castigliano
Un testo del X secolo, conosciuto come ‘Nodicia de kesos’, emerge come forte candidato a strappare il titolo di primo scritto in lingua castigliana alle Glosas emilianenses, che finora hanno ostentato tale onore. Tuttavia, la Real Academia Española (RAE) riconosce indizi della nascita del castigliano anche in alcuni documenti scoperti nel monastero di Valpuesta, sito a 90 chilometri da Burgos.
Questi documenti, appartenenti al Cartulario di Valpuesta, sono stati parzialmente riconosciuti come autentici (anche se sono stati individuati certi plichi falsificati). Secondo la RAE, vi si osserva come il latino cede il passo e vi si intravede l’emergere della struttura linguistica del nuovo idioma.
Anche se il ‘Nodicia de Kesos’ è ancora considerato una pietra miliare degli esordi del castigliano, la Real Academia non ha compiuto uno studio dettagliato su questo testo. Il documento risale all’anno 959. Si tratta di un documento che avrebbe preceduto le Glosas, un manoscritto ritrovato nel monastero di San Millán de la Cogolla, nella Rioja. Risale all’anno 977 e attualmente è considerato il più antico scritto in castigliano.
È attribuito al monaco Ximeno, dispensiere del Monastero dei Santi Justo e Pastor a Rozuela. La ‘Nodicia de kesos’ è, in realtà, un inventario di viveri, in particolare una lista di formaggi portati dal religioso.
Quindi, ora che conosci l’origine dello spagnolo, raccontaci: cosa ti ha sorpreso di più?